Il mobbing nei rapporti di lavoro e i suoi riflessi nell’ordinamento militare (Tesi di laurea)

Il mobbing nei rapporti di lavoro e i suoi riflessi nell’ordinamento militare (Tesi di laurea)

Il mobbing nei rapporti di lavoro e i suoi riflessi nell’ordinamento militare – clicca qui per scaricare

di Filippo Bisanti

Negli ultimi anni la società ha cominciato a conoscere nuovi fenomeni particolari tra i quali vi è il mobbing, ovvero una forma di vessazione che può avvenire in diversi settori, tra cui il lavorativo.

Il cittadino, che nel lavoro coltiva la sua personalità e trae il proprio sostentamento, ha il diritto ad essere tutelato nella quotidianità della sua vita lavorativa, poiché soltanto se sereno sarà in grado di concorrere al progresso materiale e spirituale della società.

Questa tesi si pone l’obbiettivo di illustrare quale sia la situazione del fenomeno del mobbing, con particolare attenzione all’ambito militare, ove il regolamento di disciplina richiede l’adempimento di particolari doveri che non permettono di comprendere facilmente ove si concluda il dovere di un militare ed inizi invece una condotta persecutoria.

Il primo capitolo espone come il fenomeno del mobbing si sia sviluppato, con l’analisi della sua natura scientifica e della sua regolamentazione internazionale, comunitaria e nazionale. Si osserveranno i primi tentativi definitori, soprattutto grazie all’attività della giurisprudenza, e i primi approcci legislativi al riguardo.

Il secondo capitolo mira ad analizzare i singoli elementi della fattispecie con l’ausilio di altri rami della scienza, quali la psicologia e psichiatria, e come sia stato affrontato il tema in dottrina e giurisprudenza.

Il terzo capitolo evidenzia gli effetti del mobbing: con la condotta vessatoria si arreca un danno al lavoratore/persona e soltanto attraverso la piena consapevolezza delle conseguenze del mobbing si può adottare una disciplina risarcitoria adeguata. Definire il “danno” in ambito giuridico non è un compito semplice: come si vedrà, esistono diverse tipologie di lesioni che dovranno essere oggetto di attenta valutazione.

Il quarto ed ultimo capitolo mira a trasmigrare le risultanze dell’attività di ricerca all’interno di uno specifico ambito: l’ordinamento militare. Indossare le c.d. “stellette” comporta la sottoposizione della persona al Regolamento di Disciplina Militare, che impone particolari doveri e sacrifici. Si analizzerà il fenomeno del nonnismo in relazione al mobbing per comprendere analogie e differenze e verranno forniti dei dati statistici dai quali si evincerà che trattasi di fenomeno ormai in calo, ma non per questo completamente debellato. Infine verrà illustrato quale sia il nuovo mobbing all’interno delle Forze Armate, soprattutto da quando al servizio militare sono state ammesse anche le donne.

Un fenomeno non particolarmente regolamentato non risulta essere per forza di minore importanza: se il mobbing lede il valore del lavoro ed è tale da minacciare l’essenza della Repubblica, appare assai più grave il suo insediamento all’interno dell’ordinamento militare, dato che il suo apparato è deputato alla difesa della Patria. Inoltre con il termine “ambito militare” non si deve erroneamente riferirsi solo all’Esercito Italiano, Marina Militare e Aeronautica Militare, ma anche all’Arma dei Carabinieri ed alla Guardia di Finanza, corpi ad ordinamento militare che svolgono funzioni di polizia giudiziaria e di sicurezza, rendendoli fondamentali anche per l’ordine interno della Repubblica. E’ risaputo che i dipendenti della Pubblica Amministrazione devono essere messi nelle condizioni migliori per svolgere la loro attività, così da garantire il corretto funzionamento della democrazia.

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Filippo Marco Maria Bisanti

Dottore magistrale in Giurisprudenza - Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Dottore in Operatori della Sicurezza Sociale - Facoltà di Scienze Politiche - Università degli studi Cesare Alfieri di Firenze; Diplomato alla Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali - Università Guglielmo Marconi di Roma; Esito positivo del tirocinio formativo ex art. 73 d.l. 69/2013, conv. in l. 98/2013, svolto presso la Sezione Penale del Tribunale Ordinario di Trento (dicembre 2014-giugno 2016); Cultore della materia presso la cattedra di Diritto civile dell’Università degli Studi di Trento, Cultore della materia presso la cattedra di Istituzioni di diritto privato dell’Università di Trento

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