Il servizio idrico integrato e la tutela della salute umana (Tesi di laurea)
Il servizio idrico integrato e la tutela della salute umana
di Caterina Castronuovo
Il presente lavoro si pone l’obiettivo di verificare le modalità attraverso le quali è tutelata la salute umana nell’ambito del servizio idrico integrato. La domanda che ci si pone è se le attuali disposizioni normative siano sufficienti a garantire un approvvigionamento d’acqua salubre e pura. L’analisi si riparte in tre capitoli.
Il primo è dedicato alla gestione delle acque pubbliche in Italia, a partire dalla situazione precedente l’introduzione del servizio idrico integrato, si segue l’evoluzione della disciplina ponendo particolare attenzione alla legge Galli che, per la prima volta, introduce una regolazione completa del ciclo dell’acqua. Questo provvedimento ha il merito di aver disciplinato l’ambito territoriale ottimale, cioè una ripartizione del territorio per la gestione delle acque che non rispetta la suddivisione amministrativa, ma quella idro-geologica. In questo capitolo è anche esaminata la parte del codice dell’ambiente relativa alla gestione della risorsa idrica e si evidenzia come, nonostante l’abrogazione della legge Galli, la recente normativa ne rimanga comunque fortemente influenzata. Una particolare attenzione è posta anche all’esperienza europea, si vuole verificare quale sia la presenza del s.i.i. nei principali paesi del centro Europa e quale siano le modalità con cui è garantita la salubrità della risorsa.
Il secondo capitolo si concentra, invece, sulla potabilità delle acque destinate al consumo umano. Dopo un’analisi concernente le fondamentali direttive europee dedicate alla tutela delle acque e la giurisprudenza europea relativa, vengono analizzati gli ultimi due specifici provvedimenti in materia, il d.p.r. 24 maggio 1988, n. 236, attuazione della direttiva 80/778/CEE ed il d.lgs. 2 febbraio 2001, n. 31, attuazione della direttiva 98/83/CEE che abroga il d.p.r. Da ultimo sono messi in luce gli interventi del Ministero della salute in una materia strettamente connessa con il d.lgs. 31/2001, ossia le apparecchiature volte al miglioramento delle acque potabili ed il ruolo dei soggetti che devono garantire un’alta qualità delle acque destinate al consumo umano.
Infine, l’ultimo capitolo è riservato alla trattazione di un caso specifico che accomuna alcune regioni italiane. Il caso in questione è quello della diffusione nelle acque di arsenico in concentrazioni superiori a quelle consentite per legge e delle deroghe concesse all’Italia dall’Europa per adeguarsi alla direttiva. Tramite questa analisi si cercherà di capire se, all’interno del sistema di gestione del s.i.i., ci siano meccanismi e controlli tali per poter affermare se nel nostro Paese la salute dei cittadini sia sufficientemente tutelata o meno, ciò anche alla luce del caso “arsenico” che ha posto la legge alla prova.
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