La retroattività nel diritto tributario: aspetti di interesse costituzionale (Tesi di laurea)
La retroattività nel diritto tributario: aspetti di interesse costituzionale
di Luca Cadamuro
La questione circa l’ammissibilità o meno della legge tributaria retroattiva impegna dottrina e giurisprudenza da decenni. Determinati orientamenti, facendo leva sui principi costituzionali che regolano il diritto tributario, evidenziano una incompatibilità della retroattività con i vigenti fondamenti giuridici ordinamentali; altri, per contro, ammettono la coesistenza dei citati fondamenti giuridici con il fenomeno della retroattività.
Avendo premesso la grande differenza tra coloro che negano e coloro che ammettono la compatibilità della retroattività con i principi che, a livello costituzionale, disciplinano il diritto tributario, la tesi intende procedere ad un’analisi del concetto di retroattività, fornendo un inquadramento storico e teorico dell’istituto, basato tanto sull’approccio dottrinale quanto giurisprudenziale, nazionale ed europeo.
Dopo aver introdotto una definizione della retroattività, l’opera intende introdurre il lettore al rapporto – invero, assai particolare – che emerge dall’unione tra retroattività e diritto tributario: se è vero che i fondamenti costituzionali del diritto tributario prevedono un dovere di compartecipazione alle spese pubbliche basata sulla capacità contributiva, questa deve intendersi altresì come attuale ed effettiva, sicché risulta assai difficoltoso coniugare tale precetto con quanto predicato dalla retroattività. La particolarità del diritto tributario – definito dalla dottrina tedesca come “Eingriffsrecht” e, cioè, come settore del diritto capace di interferire unilateralmente sulle situazioni giuridiche del contribuente – consente un approccio singolare allo studio della retroattività poiché permette di analizzare quali siano i differenti approcci, forniti dalla dottrina e dalla giurisprudenza, nazionale e non, alla tutela delle situazioni giuridiche del contribuente.
A questa particolarità si collega lo studio dello statuto del contribuente, fonte di rango primario che rappresenta, in base a certo orientamento dottrinale, una concreta espressione di principi costituzionali inviolabili dal legislatore e, secondo altri orientamenti, una mera dichiarazione di principio, inidonea a vincolare il legislatore futuro e capace di rappresentare nulla più che un cardine ermeneutico per gli operatori del diritto. A tal proposito, la tesi affronta l’analisi delle principali posizioni dottrinali e giurisprudenziali che hanno contribuito a definire il rango dello statuto del contribuente. Particolare attenzione è stata dedicata allo studio della teoria dei cd. “auto vincoli” e allo studio della teoria sulla validità delle leggi di Esposito che, per la contrapposizione concettuale rispetto al classico constructo kelseniano della teoria delle fonti, potrebbe offrire una soluzione alternativa all’annosa questione della cd. “resistenza concettuale” dello statuto del contribuente. Attenzione – in chiave comparatistica – è stata prestata altresì alla soluzione dottrinale che prevede l’introduzione di una fonte intermedia tra quelle di rango primario e quelle costituzionali (la cd. legge organica, presente in svariati ordinamenti) quale modalità di risoluzione delle antinomie.
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