Mediazione: Il giudice aumenta il compenso all’avvocato più bravo
Per chi perde la causa non c’è solo la condanna alle spese e, in caso di azione temeraria, il rischio di un risarcimento del danno per responsabilità processuale aggravata: un decreto ministeriale dell’anno scorso prevede la possibilità che il giudice aumenti sino ad un terzo le spese poste a carico della parte soccombente tutte le volte in cui l’avvocato di controparte sia riuscito a dimostrare la fondatezza delle sue pretese in modo semplice e, soprattutto, veloce.
In buona sostanza, tanto più è bravo l’avvocato nel dimostrare chiaramente la correttezza della propria tesi, con le prove che la legge richiede, così accelerando l’esito del processo e semplificando il lavoro del giudice nel redigere la sentenza, tanto più viene premiato con un aumento del suo onorario: onorario che, neanche a dirlo, dovrà pagare la parte soccombente.
Una delle prime applicazioni di tale principio viene da una recente sentenza del Tribunale di Verona. La nuova norma, ha due finalità: da un lato scoraggiare pretestuose resistenze processuali, dall’altro, soprattutto, valorizzare e premiare l’abilità tecnica dell’avvocato che, attraverso le proprie difese, sia riuscito a far emergere che la posizione del suo assistito era chiaramente e pienamente fondata nonostante le difese avversarie.
L’avvocato deve riuscire in tale compito già solo con gli atti introduttivi del giudizio o, al massimo, con le successive memorie, senza dover ricorrere a prove testimoniali, interrogatori o perizie (cosiddette “prove costituende”).
Insomma, il giudice deve convincersi già solo grazie all’apporto argomentativo del legale. Si tratta di una sentenza incoraggiante per gli avvocati che si sforzano di svolgere al meglio la professione: il giudice ha infatti deciso di aumentare sino ad un terzo il compenso dell’avvocato vincitore, riconoscendone l’abilità tecnica e la capacità di persuasione.
L’aumento del terzo può trovare applicazione in tutti i casi in cui la causa risulti di pronta soluzione sulla base di prove documentali di facile intelligibilità, ovvero perché riguardi questioni giuridiche relativamente semplici o ancora perché non vi è stata contestazione dei fatti rilevanti ai fini della decisione. Un altro punto importante della sentenza è quello in cui si riconosce il diritto al compenso, all’avvocato della parte vittoriosa, per l’attività di assistenza prestata in fase di mediazione.
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Maria Manzi
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