Non è atto osceno fare sesso in un confessionale

Non è atto osceno fare sesso in un confessionale

Lo ha deciso la Corte d’appello di Bologna che ha prosciolto nei giorni scorsi una coppia dal reato di atti osceni in luogo pubblico, condannata in primo grado per aver consumato un rapporto sessuale all’interno del confessionale del duomo di Cesena.

La vicenda risale al giugno del 2008 quando i due giovani furono sorpresi mentre stavano compiendo un atto sessuale all’interno del confessionale. Subito denunciati per atti osceni in luogo pubblico, i giovani furono condannati in primo grado a tre mesi di reclusione con sospensione della pena. La comunità religiosa, all’epoca dei fatti, si turbò non poco. Subito vennero compiuti i riti opportuni per “benedire” nuovamente il confessionale profanato, nonché venne celebrata una messa di riparazione.

Ma, il difensore della coppia, l’avvocato Sintucci, non si è arreso ed ha deciso di proseguire la strada della giustizia per far valere una diversa interpretazione fatti riuscendo, con grande sorpresa, a convincere i giudici di appello e scagionare così i suoi assistiti.

Il legale ha sostenuto la tesi che in realtà il confessionale non può essere considerato un luogo esposto al pubblico, ma bensì un luogo chiuso, nel quale viene esercitato il riservatissimo sacramento della confessione. Ragion per cui non poteva ritenersi sussistere il reato di atti osceni in luogo pubblico dato che il luogo era privato.

La linea difensiva esposta ha sortito un buon effetto sui giudici.

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Giuseppe Di Micco

Laureato in Giurisprudenza con votazione di 110 e lode, tesi in diritto canonico, relatore prof. Mario Tedeschi. Ha svolto la pratica forense presso l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, mediante una diretta attività di partecipazione alle udienze in tribunale, nonché nello studio dei casi pratici per la redazione di atti giudiziari e pareri. Praticante abilitato, collabora presso studi legali in materia di diritto civile e diritto del lavoro. Dottore di ricerca in diritto canonico ed ecclesiastico presso l’Università degli Studi di Milano, ha approfondito come tema di ricerca il problema della consumazione del matrimonio nei diritti religiosi (diritto ebraico, canonico, ed islamico). Collaboratore alle cattedre di diritto ecclesiastico, diritto canonico, diritti confessionali e storia e sistemi dei rapporti tra Stato e Chiesa, del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli. Collabora attivamente anche presso le strutture ecclesiali, in particolare negli ambiti liturgici e della formazione giovanile.

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