Proposta di legge sul reato di integralismo islamico
La proposta è partita dalla leader dei Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, con la presentazione alla Camera del disegno di legge del reato di integralismo islamico.
Si tratta della proposta di introdurre nel codice penale un nuovo art. 270 septies che punisce con la reclusione da 4 a 6 anni “chiunque, al fine di o comunque in maniera tale da mettere in concreto pericolo la pubblica incolumità, propugna o propaganda idee dirette a sostenere sotto qualsiasi forma l’applicazione della pena di morte per apostasia, omosessualità, adulterio o blasfemia; l’applicazione di pene quali la tortura, la mutilazione e la flagellazione; la negazione della libertà religiosa; la schiavitù, la servitù o la tratta di esseri umani”. La pena è aumentata in caso di schiavitù di donne o minori.
Non solo, il disegno presentato prevede l’applicazione della pena anche per coloro che raccolgono o mettano a disposizione “beni o denaro, destinati a essere in tutto o in parte utilizzati per sostenere organizzazioni che svolgono, anche nell’ambito di luoghi di culto attività dirette” a commettere tale reato.
E’ punito con la reclusione da 3 a 5 anni anche chiunque riceva da uno Stato, un’organizzazione o un soggetto straniero, “beni o denaro destinati a essere in tutto o in parte utilizzati per tale scopo.
Per la Meloni, non si tratta di una norma che va a minare la libertà religiosa di un soggetto, ma di una fattispecie di reato che punisce una condotta socialmente pericolosa per l’incolumità pubblica.
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Giuseppe Di Micco
Laureato in Giurisprudenza con votazione di 110 e lode, tesi in diritto canonico, relatore prof. Mario Tedeschi. Ha svolto la pratica forense presso l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, mediante una diretta attività di partecipazione alle udienze in tribunale, nonché nello studio dei casi pratici per la redazione di atti giudiziari e pareri. Praticante abilitato, collabora presso studi legali in materia di diritto civile e diritto del lavoro. Dottore di ricerca in diritto canonico ed ecclesiastico presso l’Università degli Studi di Milano, ha approfondito come tema di ricerca il problema della consumazione del matrimonio nei diritti religiosi (diritto ebraico, canonico, ed islamico). Collaboratore alle cattedre di diritto ecclesiastico, diritto canonico, diritti confessionali e storia e sistemi dei rapporti tra Stato e Chiesa, del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli. Collabora attivamente anche presso le strutture ecclesiali, in particolare negli ambiti liturgici e della formazione giovanile.
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