TFA, PAS e specializzazione sostegno, Europa: bocciato il numero chiuso
In questi giorni si è pronunciato il Comitato Sociale Europeo sul reclamo presentato da un’associazione sindacale relativo ai percorsi di formazione degli insegnanti.
La decisione censura tutto l’impianto del sistema di formazione degli insegnanti previsto dal Decreto Ministeriale 10 settembre 2010, n. 249 – Regolamento sulla Formazione Iniziale degli Insegnanti – inclusi PAS, TFA e percorsi per l’acquisizione della specializzazione sul sostegno.
Il 18 Ottobre 2016, la Commissione Sociale Europea si è espressa sull’oggetto del reclamo riconoscendo la violazione dell’art. 10 della Carta Sociale – Diritto alla formazione professionale – in congiunzione alla lettera E – principio di uguaglianza nel godimento dei diritti elencati dalla carta – in relazione non solo alle modalità di allestimento e accesso dei percorsi per l’acquisizione della specializzazione per le attività di sostegno didattico, ma anche di TFA e PAS.
“Il Comitato ritiene che la situazione supplenti di III fascia merita di essere presa in esame, non per quanto riguarda la qualifica secondo l’ordinamento statale o lo status, ma in modo autonomo in relazione ai compiti assegnati, l’autorità gerarchica e le attività svolte, ritenendo in particolare determinante quest’ultimo aspetto”.
Il Comitato Sociale ha riconosciuto illegittime le disparità di trattamento tra i docenti precari di II e III fascia d’Istituto e quelli di ruolo, in relazione all’accesso ai percorsi di formazione. Inoltre, nel ribadire il diritto alla formazione professionale, ha sancito l’illegittimità delle misure con cui i percorsi per l’acquisizione dell’abilitazione e della specializzazione vengono allestiti, censurando le modalità di allestimento degli stessi ed in particolare i costi, gli obblighi di frequenza, la mancanza di misure adeguate a sostegno dei docenti impegnati nella frequenza e il fatto che non siano pienamente compatibili con l’attività lavorativa. Lo sforzo richiesto ai docenti con pluriennale esperienza di insegnamento, per il conseguimento delle succitate qualifiche, è ritenuto eccessivo, quindi si auspica l’attivazione di un sistema che riconosca, valorizzi e certifichi l’esperienza professionale maturata, ampiamente sottostimata dal sistema attuale.
“Il Comitato ritiene quindi che i termini di ammissione al TFA o alla PAS che portano alla qualifica di insegnante, le modalità operative di questi corsi di formazione, e la mancanza di riconoscimento dell’esperienza di lavoro precedente, colpiscono in modo sproporzionato la categoria dei supplenti nell’acquisizione della qualifica per l’insegnamento e successivamente nel perseguire la formazione specialistica per l’insegnamento di sostegno…creando così una situazione di discriminazione…”
A questo punto, il governo italiano avrà quattro mesi di tempo per adeguarsi alla decisione del Comitato.
In considerazione del fatto che il reclutamento, nonché la costituzione delle attuali graduatorie sono frutto delle illegittime modalità di formazione dei docenti, riconosciute dal Comitato Sociale Europeo, si potrebbe auspicare una revisione delle modalità finora applicate nonché l’apertura delle G.A.E e il legittimo accesso al ruolo per tutti i docenti con pluriennale esperienza di insegnamento finora sfruttati ed esclusi.
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