Turbamento di una processione religiosa: il caso della processione del Santo Patrono di Salerno
La recente sentenza della terza sezione penale della Suprema Corte, depositata in data 11.01.2024 (n. 1253) ha confermato la condanna dell’imputato per i reati di cui agli artt. 403 e 405 c.p. per avere lo stesso turbato con la propria condotta offensiva ed oltraggiosa la prosecuzione della processione della festa patronale della città di Salerno, a causa di invettive lanciate contro il Vescovo.
Il fatto: l’imputato, ripreso dalle telecamere, nel momento in cui la processione si era fermata dinanzi al palazzo comunale per recitare una preghiera, a pochi metri dal prelato, insieme ad altre 4-5 persone, rivolgendosi al Vescovo, aveva cominciato a gesticolare in modo esagitato ed aggressivo e si era unito ad coro di persone che gridavano “via, vai via”, così da impedire la prosecuzione della processione stessa.
Difesa dell’imputato: il ricorrente lamenta la superficiale motivazione della Corte di Appello di Salerno in quanto lo stesso avrebbe assistito da mero spettatore alla processione ed avrebbe agito in modo impulsivo, lamentando, piuttosto, i cambiamenti apportati alle modalità organizzative. Inoltre, l’imputato sostiene le offese non sarebbero state rivolte al Vescovo ma al capo dei portatori della statua di S. Matteo. La difesa lamenta, altresì, la contraddittorietà della motivazione in riferimento alla circostanza che il ricorrente si sarebbe trovato durante una protesta scatenata da altri e quando la processione era già stata sospesa.
Decisione: la Corte di Cassazione considera infondato il ricorso proposto sia in riferimento all’art. 403 che all’art. 405 c.p. ripercorrendo l’orientamento formatosi nel tempo sul reato di vilipendio e quello di turbamento di funzioni sacre. Il reato di turbamento di funzioni religiose è sostenuto dal dolo generico; infatti, tale condotta sussiste anche quando vi è la strumentalizzazione per scopi contrari al sentimento religioso e che l’atto liturgico intende invocare (si pensi alla sosta della statua dinanzi alle case di appartenenti ad organizzazioni criminali).
Ebbene, alla luce di tali considerazioni il ricorso proposto dall’imputato appare infondato, non solo perché finalizzato ad una rivalutazione del materiale probatorio che sarebbe inammissibile in Cassazione, ma soprattutto perché alla luce dell’istruttoria espletata nei precedenti gradi di giudizio, è risultata incontrovertibile l’offensività della sua condotta. Infatti, l’art. 403 c.p., sanziona le condotte di coloro che offendono una confessione religiosa mediante vilipendio del ministro di culto, riferendosi ad un comportamento diretto “nel manifestare un’offesa volgare e grossolana, che si concretizzano in atti che assumono caratteri evidenti di dileggio, derisione, disprezzo; atti sorretti da dolo generico, ossia dalla volontà di commettere il fatto con la consapevolezza della loro idoneità a vilipendare, tale da rendere irrilevante il movente dell’azione (politico o sociale), che non vale perciò ad escluderlo“.
La critica in materia religiosa è ammessa quando produce un apprezzamento diverso e ragionevole, risultato da un’indagine condotta in modo serio e da soggetti muniti della necessaria preparazione, ma diventa vilipendio quando finisce in un atteggiamento di disprezzo verso la religione e di disconoscimento e di offesa verso le istituzioni ecclesiastiche che compongono la Chiesa stessa.
Sul punto la condotta dell’imputato non costituiva una critica, tantomeno ragionata e civile, sugli aspetti organizzativi della processione, ma un’evidente offesa al sentimento religioso della comunità dei fedeli lì presenti, consumatasi mediante la contestazione alla figura del Vescovo, denigrando la funzione che essa ricopre come guida spirituale nell’esercizio dell’azione pastorale che egli esercita nella sua Chiesa particolare.
Salvis Juribus – Rivista di informazione giuridica
Direttore responsabile Avv. Giacomo Romano
Listed in ROAD, con patrocinio UNESCO
Copyrights © 2015 - ISSN 2464-9775
Ufficio Redazione: redazione@salvisjuribus.it
Ufficio Risorse Umane: recruitment@salvisjuribus.it
Ufficio Commerciale: info@salvisjuribus.it
***
Metti una stella e seguici anche su Google News
The following two tabs change content below.
Giuseppe Di Micco
Formazione
Giuseppe Di Micco (1986), Avvocato e Ph.D. Ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza (LMG/01) con votazione 110 e lode discutendo una tesi in diritto canonico. Durante la pratica forense presso l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, ha continuato a coltivare l’interesse per il settore del diritto canonico ed ecclesiastico partecipando alle attività culturali ed ai convegni organizzati dalla sezione di Diritto Ecclesiastico e Canonico del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Napoli “Federico II”.
Nell’ottobre del 2012 è stato vincitore al concorso pubblico per l’ammissione alle scuole di dottorato di ricerca dell’Università Statale di Milano, in particolare per il dottorato in Scienze Giuridiche – Curriculum in Diritto Ecclesiastico e Canonico, 28° ciclo. Il 29 gennaio 2016 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca, superando l’esame finale con la discussione di una tesi dal titolo "Matrimonio e consumazione nei diritti religiosi".
Nel novembre 2017 ha partecipato al corso di formazione teorico e pratico tenutosi presso il Tribunale Apostolico della Rota Romana dal Titolo “Il nuovo processo matrimoniale e la procedura super rato” superando le relative esercitazioni con la votazione ed ottenendo il diploma con votazione “Summa cum laude”.
Nel 2019, ha frequentato il Corso per la formazione dei Postulatori presso lo Studium della Congregazione delle Cause dei Santi, superando l’esame finale con la votazione 9.5/10 Magna cum Laude probatus
Attività professionale ed extra
Svolge la professione forense collaborando con studi legali in materia di diritto civile (in particolare in tema di risarcimento danni, riscossione esattoriale, recupero crediti, diritto del lavoro, diritto bancario, diritto di famiglia e delle successioni).Ha collaborato con la cattedra di diritto ecclesiastico, diritto canonico e diritti confessionali del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università “Federico II”.E’ stato tutor presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” per la materia di diritto del lavoro (AA.2018/2019).
Collabora, inoltre, per il comitato di redazione della rivista on line Salvis Juribus con commenti a sentenze in materia sia di diritto civile che di diritto ecclesiastico.
E’ membro dell’Ordine della Fraternità Francescana Secolare di Afragola (OFS).
E’ membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione “Le Beatitudini” ODV con sede presso la Pontificia Basilica Minore di S. Antonio da Padova in Afragola (NA)
Attività scientifiche
Nel maggio del 2016 ha preso parte ad un Campus di Studio presso STILO (RC), organizzato dall’Università Magna Grecia di Catanzaro dal titolo “L’Islam. Dal pregiudizio ai diritti”, prendendo attivamente parte al gruppo di lavoro costituitosi in seno allo stesso, sulla libertà religiosa e integrazione nell’ambito della scuola italiana.E’ stato organizzatore e moderatore del convegno dal titolo “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, organizzato il 4 maggio 2018 presso la Pontificia Basilica S. Antonio da Padova Afragola (NA), accreditato presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, con il patrocinio dell’Associazione forense di Afragola e dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani.
E’ stato curatore del volume relativo agli atti del Convegno “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, pubblicati presso la Key editore nel dicembre 2018.
E’ stato coautore del volume “Il Trust. Origine, analisi e aspetti comparativi” (a cura di Francesco Cecaro), pubblicato presso Turisa editrice, Collana Studia Selecta, 2018.