L’indennità di accompagnamento non è incompatibile con la guida

L’indennità di accompagnamento non è incompatibile con la guida

Chi è titolare di una indennità di accompagnamento può anche mantenere o conseguire una regolare licenza di guida. Purché la commissione medica locale attesti l’idoneità tecnica del pilota.

È quanto ha affermato il Ministero della Salute con l’inedito parere n. 80242290585/2016.

Secondo l’organo tecnico centrale, l’erogazione del particolare beneficio economico non interferisce con la possibilità di ottenere il rilascio o il rinnovo della licenza di guida di categoria speciale. Il discrimine, specifica il parere, «è la guida in condizioni di sicurezza per se e per gli altri: se la patologia della persona richiedente la patente di guida, pur beneficiaria dell’indennità di accompagnamento, è tale da consentire la possibilità di una guida in condizioni di sicurezza per sé e per gli altri, la patente potrà essere concessa o rinnovata». Spetterà alla commissione medica locale decidere caso per caso, senza particolare attenzione all’avvenuta erogazione dell’indennità.

In definitiva, godere di una indennità di accompagnamento non preclude la possibilità di conseguire o rinnovare una patente di guida. Spetterà solo al medico dell’Asl decidere se la patologia che ha determinato l’erogazione dell’indennità è compatibile o meno con la titolarità di una patente di guida, anche se di categoria speciale.


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